23 anni

La lettura di un libro può provocare un caleidoscopio di emozioni. Alcuni testi fanno sorridere, altri commuovere. Ci sono racconti che ti fanno volare con la fantasia, ma anche quelli che te la tolgono. Ogni tanto capita, tra una pagina e l’altra, di leggere delle frasi dalle quali si può imparare qualcosa. Volendo.

Il Metodo Sticazzi
di Carla Ferguson Barberini

Una descrizione generale del prodotto non possiamo farcela mancare, giusto? Qualcuno là in fondo, nell’ultima fila, ha per caso detto: «Anche si?» Sticazzi.

Sinossi

Il metodo sticazzi è la via che ti conduce alla libertà: esso non richiede istituzioni, né riti, né manufatti sacri. Il metodo sticazzi vive e cresce esclusivamente dentro di te. Coltivalo, ed esso ti renderà felice, ricco e amato da tutti. Con il metodo sticazzi leggi un giornale intero in tre minuti. Neutralizzi i venditori porta a porta e i volontari di associazioni benefiche. Lavori di meno e guadagni di più. Diventi invincibile. In poco tempo non si tratterà più di quello che puoi fare con il metodo sticazzi, ma quello che il metodo può fare per te. Diventa uno sticazzista assoluto e raggiungi l’imperturbabilità zen.

Ve ne parlo un po’, finché ne avrò voglia

L’etimologia ci fornisce una importante verità, quella che spesso viene ingigantita a dismisura.

“L’espressione sticazzi deriva dall’unione di un aggettivo dimostrativo, questi, e di un sostantivo di registro informale, cazzi. Per quanto riguarda il secondo dei due componenti dell’esclamazione, la parola cazzo deriva dal latino capìtium, diminutivo di caput, capo, dunque piccolo capo, il che evoca la forma fisica dell’organo sessuale maschile.”

Nel linguaggio moderno il termine “cazzo” è abusato verbalmente. Non nel modo in cui voi maschi avete inteso. Speranzosi. Lo potete trovare come sinonimo di nulla, cosa, eccesso di problemi,  insulto, o ovvietà. L’unione di “questi”, tramutato in “sti”, ha dato vita ad una parola largamente usata da Roma in su. E in giù.

Quello che l’autrice sottolinea è che il suddetto metodo è già dentro di noi, quindi è gratis, non esiste nessun corso a cui partecipare e nessun esame da dare. Un cazzo. In cosa consiste?  In una semplicissima pratica quotidiana in cui la prima e fondamentale regola è quella di non prendere se stessi e soprattutto gli altri troppo sul serio. Decidere, sopra ad ogni cosa, di evitare determinati sentimenti che creano ansia, stress e malumore. “Coltivalo e troverai la felicità.” Facile, no? Col cazzo.  Nulla è  immediato e se lo fosse non durerebbe perché non sarebbe reale. Ci vuole pazienza per entrare in questa linea di pensiero, non è un percorso semplice, soprattutto per chi si fa mille paranoie e non dorme la notte attanagliato dai sensi di colpa per non aver aperto ai testimoni di Geova che hanno citofonato alle sei di mattina. L’applicazione costante potrà portare solo a dei benefici ed allora non farete neanche più caso al tradimento della persona che reputavate amica o all’aver preso una multa ingiusta. 

Quanto tempo si perde di fronte a determinate situazioni che creano tristezza? Decisamente troppo.

A seguire alcuni esempi per comprendere meglio.

Ponzio Pilato quando “se ne lavò le mani”, come a dire: «Sticazzi, giustiziatelo pure.» Demandando la decisione agli altri mentre lui si rilassava.

Caio Giulio Cesare: «Il dado è tratto.» Della serie:  “Ormai sticazzi.” Quando non si può tornare indietro il fatto va accettato ed è inutile perdere tempo a darsi pena.

Rossella O’Hara di fronte ad ogni disgrazia che le capitava: «Non ci voglio pensare adesso, domani è un altro giorno.» Rimanda l’analisi di una angoscia salvandosi da inutili piagnistei, direi che ha vinto.

Socrate: «L’uomo più saggio non è colui che sa, ma chi sa di non sapere.» Dedicato al saputello di turno.

Virgilio a Dante: «Non ti curar di loro, ma guarda e passa.» Non sempre vale la pena di impegnare tempo ed energie per cercare di comprendere determinati comportamenti.

José Mourinho: «Neanche Gesù era amato da tutti, figuratevi io.» Ossia, non inseguite l’approvazione altrui, andate avanti per la vostra strada.

Esistono anche degli sticazzi quotidiani:

“Chi dorme non piglia pesci.” Sticazzi dei pesci, mangia altro.

Non da ultimi, i patimenti per le pene d’amore. Un esempio: sei stato lasciato, stai male, non dormi la notte. La mattina ti alzi triste e desolato, non hai voglia di guidare e decidi di prendere un taxi. Ti siedi taciturno e il tassista, insospettito, ti guarda dallo specchietto, comprende e dice: «Ancora ci stai a pensà?» Il metodo è dentro e intorno a te.

Cosa fondamentale, va usato a fin di bene e legalmente, perché il passo da sticazzi a cazzi amari è un attimo.

23 anni

Da quel dì.     
Sono tanti, spesso troppi, ma non è mai stato tutto nero.

Siete riusciti a realizzare i vostri sogni nel cassetto? Io, paradossalmente, sì.         
Quando tutto è cambiato, le prospettive sono mutate di conseguenza.

Ci sono stati nuovi obiettivi e diversi traguardi.

Non posso sapere come sarebbe stata la mia vita se non avessi avuto l’incidente, so che in quella che sto vivendo ci sono dentro tante belle persone che non avrei mai potuto conoscere diversamente e delle quali non potrei fare a meno.

Tra un #maiunagioia e uno sticazzi sono arrivata fino ad oggi, in buono stato 😉

Fiori di Chernobyl

101 pensieri riguardo “23 anni

  1. Io con sticazzi ho riempito giornate intere, conversazioni telefoniche con le amiche , discorsi con me stessa quando mi guardo allo specchio…in genere ci aggiungo la parola “grandissimi” per quel tocco di enfasi che a volte ci vuole

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  2. La prima risposta d’impatto è ovviamente “…e sti cazziiiiii!!” (era un rigore a porta vuota!! 🤦🏻‍♂️) 😂😂😂

    Un’arte che ho preso molto a cuore. Vengo dalla scuola “Christian De Sica-Marco Giallini”. 🤣🤣🤣

    Vorrei aggiungere, senza falsa modestia, che sono a buon punto, sulla via di una clamorosa imperturbabilità zen. Ci lavoro alacremente. 💪🏻💪🏻💪🏻

    Non ci crederai, ma anche sullo “stocazzare” sono ad un ottimo livello. Ma è ben altro rispetto alla descrizione della signorina da te citata.

    Ti lascio con una ulteriore spiegazione. Sia mai che ti ispiri!!

    Per il resto, ti abbraccio forte darling!! ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
    (a muzzo!! 😆)

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    1. Beato te! Io sono una dilettante. C’è chi mi chiama “Bambi” vista la mia propensione a fidarmi delle persone. Fino a quando arrivo al limite e da lì non torno più indietro. Mi piacerebbe avere una via di mezzo 🤷🏻‍♀️

      Grazie per i ❤️ , anche se “a muzzo” rendevano l’idea. 😉

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  3. non è un’espressione che uso… ma va bene!
    Ricordo che la prima volta che l’ho sentita, parecchi anni fa, è stato durante un’intervista di Asia Argento che appunto diceva di usare questo “metodo” per gestire le più svariate situazioni… ricordo di esserne rimasta particolarmente basita ma anche affascinata…
    Comunque, felice del tuo ritorno ^_^ Buona serata cara ❤

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  4. In ottimo stato direi! E a chi osa affermare il contrario, uno sticazzi e un vaffa di rinforzo…
    Devo effettivamente migliorare il mio approccio a questa nobile arte di sopravvivenza, mi impegno ad assumere almeno uno stica al giorno, meglio a stomaco pieno e paciosamente incuneato nel divano (eh magari, ma sticazzi…)
    A presto!

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  5. molto coinvolgente il passare dallo scenario rilassante del libro al risvolto personale con le nuvole nere del “23 anni fa”. Forte di tuo e del libro appena letto applichi un sonoro “sticazzi” che sgombera il cielo.
    Brava, mi inchino
    ml

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