Il sole in una stanza

“Una settimana con me e ti dimentichi la vita” è con queste parole che Ahmad,  32 anni, cattura la mia attenzione, tanto che mi invoglia, nonostante i 30 gradi all’ombra di casa mia, ad approfondire la faccenda chiedendogli il perché il come e il quando di questa spudorata affermazione, in fondo non penso di rompergli più di tanto le scatole anche se mi sta tinteggiando la dimora, e a suffragare il mio pensiero è il fatto che riesca a raccontarmi della sua vita e delle sue esperienze senza smettere un secondo di lavorare. Patrimonio dell’umanità.
“Egiziano di nascita e italiano con permesso di soggiorno illimitato” inizia così a raccontarmi della sua vita ed io non perdo l’occasione per sfoderare la mia eclettica cultura chiedendogli di dirmi come si dice ‘ciao’ in egiziano. Mi guarda perplesso e sentenzia “In Egitto si parla l’arabo”. Potrei dirvi che ero frastornata dal caldo, dalla sveglia all’alba perché “il lavoro fatto bene si inizia presto”, ma la realtà è che ero pienamente convinta di quello che stavo chiedendo. Quindi mea culpa, non pensiamoci più e andiamo avanti. Mi informa che ha un diploma commerciale, valido solo in Egitto, e che ha lavorato in diversi Paesi europei dove ha imparato l’arte di arrangiarsi e di destreggiarsi in diverse lingue. Quello che lo spinge ad andare avanti è il sogno di portare sua moglie e i due piccolissimi figli (5 e 3 anni) a vivere con lui nel nostro Paese, “non per sempre” mi specifica, ma per il tempo sufficiente affinché riesca a mettere da parte il denaro necessario per poter vivere serenamente nella sua città d’origine, Il Cairo.
Nel frattempo che mi mangio una brioche (lui non può perché è all’ultimo giorno di Ramadan e la ricca colazione l’aveva già fatta alle tre e mezza) mi spiega i suoi progetti. Il primo in ordine di tempo è quello di prendere la patente di guida italiana. Ne parla in modo preoccupato perché  le domande sono quaranta e ha paura di non riuscire a capirle, per la pratica, invece, è abbastanza tranquillo, ha la patente araba e sa guidare, ma è a conoscenza che qui gli istruttori prendono in giro gli stranieri “ti dicono che devi fare tante guide anche se sai già guidare, frenano per farti sbagliare. Un mio amico ci ha messo tre anni per poterla prendere, ha fatto l’università di guida. Qua è più facile, basta seguire le regole per guidare, da noi chi è più veloce passa”.
Avere la patente di guida, un permesso di soggiorno illimitato, un contratto di lavoro a tempo indeterminato, una casa con i mq adeguati per una famiglia di quattro persone e un cud annuo di 15,000 euro sono i requisiti necessari  affinchè il suo sogno possa realizzarsi. In pratica, mi spiega, deve dimostrare che è in grado di mantenere il nucleo famigliare dignitosamente e quando gli dico che non è affatto poco quello che deve riuscire ad ottenere lui non si scompone e mi risponde con “Io penso bene, piano piano le cose si fanno” ed io immagino che si, in Egitto, senza nebbia, afa e con questa sua modalità di pensiero, vivrei realmente meglio anche se, gli faccio notare, avrei più paura di attentati e similari, ma lui mi spiazza di nuovo con “non guardare il telegiornale, parlano troppo male per rendere povero l’ Egitto”.  I discorsi prendono successivamente altre strade. Mi racconta che in Italia ha avuto due ragazze, ma con le straniere non vive bene perchè “torno da lavorare, sono stanco e loro vogliono sempre uscire allora c’è da litigare ma io voglio vivere tranquillo così ho sposato un’egiziana che mi ha presentato mia sorella e con lei mi passa la stanchezza e il nervoso” e, prontamente, dal cellulare mi fa vedere la foto di una bella ragazza con gli occhi verdi. Mi dice che ha i capelli biondi, ma indossa il velo e io posso solo immaginarlo. “Per me, prima di tutto, devono esserci la fiducia e il rispetto, poi le altre cose si possono modificare. Io so fare tutto, insegno a cucinare, pulire, tutto. Io amo prima mia mamma, bacio dove cammina, e lei non deve litigarci anche se non è d’accordo con quello che le dice. Quando trovi testa buona non divorzi.” Sorrido tra me e me, quale donna estranea alla sua cultura accetterebbe una vita simile? Ma lui si sente Buddha in terra quindi evito di contraddirlo, non vorrei ritrovarmi gialla come i muri  che sta dipingendo. Certo è che, quando parla della sua terra, il mio interesse cambia e in un attimo mi sembra di essere nel deserto, vicino a Sharm, di notte, davanti ad un fuoco e con una birra in mano. Ditemi se questa non è pace.
Non so se sia tutto vero quello che mi ha raccontato e chissà quanto ancora c’è da sapere, però una cosa è assodata,  mi ha lasciato il sole in stanza.

56 pensieri riguardo “Il sole in una stanza

  1. Capita spesso di trovare una buona persona in un settore, quale l’edilizia, che in qualche maniera è tutto fuorché limpido. Condivido pienamente il significato delle parole dette dal caro Ahmad, il telegiornale impoverisce l’Egitto. Basti pensare a come si glissa sempre sui fatti che accadono in europa (minuscola per volontà). L’attentato a Lione, non è stato compiuto da un arabo, dunque dopo due giorni di flebili notizie la situazione è passata in sordina. Questo per mostrare un lato dell’informazione.
    In passato mi è capitato di ascoltare musica araba e leggevo che la maggior parte di individui associa l’arabo ad una lingua unica per i paesi in cui si parla. In realtà ogni Paese possiede una sua digressione. Un dialetto proprio. Quindi propriamente dire che l’egiziano è la lingua dell’Egitto è corretto in parte. Si parla arabo ma un dialetto che ha per base la lingua araba.
    Considera comunque che in alcune brioche si utilizzano dei grassi di origine animale come lo strutto o che vengono chiamati acidi grassi che spesso sono legati a parti di scarto (grasso appunto) di maiale, che è contro i precetti dell’Islam. Di fatti devono consumare pasti prodotti secondo il precetto halal e spesso quelli nostri non sono certo vicini a loro.
    Come vedi, esistono due tipi di operai: quelli che vogliono silenzio per lavorare e quelli che hanno necessità di farlo per potersi concentrare.
    Il fatto che tu ti sia intrattenuta con lui a chiaccherare è qualcosa di positivo per via del fatto che spesso non hanno modo di potersi interfacciare con la popolazione indigena. Il fatto che ti abbia raccontato la sua vita indica il suo grado di sensibilità.
    Il saluto è: Salam Aleikum. La sua risposta dovrebbe essere: Aleikum Salam o uguale alla tua. (ho dovuto cercare come si scrive).
    Mentre se noti che spesso utilizza il termine “Mashallah” equivale a dire “Sia fatta la volontà di Dio” oppure “Come vuole Dio”.
    La cultura araba è molto simile a quella siciliana. L’accoglienza, la sincerità e l’attaccamento alla propria terra. Nonostante vi siano dei conflitti nel suo Paese, lui riesce comunque a trovare la bellezza nella descrizione. Spero che continuerai a scrivere su questo nuovo amico straniero, è piacevole conoscere la sua storia.
    Brava!

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    1. Usi sempre parole ricercate e molto belle, vere. Mi hai anche rincuorata sulla gaffe ☺️
      Quello che più mi piace e che continua a ripetermi è “piano piano si fa tutto” e si, ha proprio ragione. Stamattina mi ha detto di avere passato il weekend a studiare per poter prendere la patente e che gli è difficile capire tutto, ma sono certa che ce la farà, ha una motivazione troppo importante e non cederà.
      Grazie!

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      1. Le gaffe aprono le porte alla conoscenza, se in esse non vi si appone il giudizio. Lui non ha giudicato e ha condiviso con te quello che più gli sta a cuore.
        Per dipingere e preparare la base dell’intonaco è necessaria pazienza, quella stessa che possiede per tutti i suoi sogni. Purtroppo il male peggiore è che ancora i loro studi, siano essi di scuole superiore che di istruzione universitaria, non vengono riconosciute e sono costretti ad arrangiarsi come possono.
        In questo dovrebbero venire in aiuto le associazioni no-profit che li aiutino a superare gli esami che in qualche modo li preparino nella parte di comprensione della lingua. Magari, nei prossimi giorni, potresti interrogarlo con qualche quiz per la patente. Sono certo che apprezzerà e inizierà anche lui a credere nella bontà di alcuni italiani.
        Ma già conoscendoti capisce bene come sei. 😉

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  2. una bella storia che sa di amicizia e speranza…se tutti quelli che hanno pregiudizi sulle diverse etnie scendessero dal loro piedistalli e imparassero ad ascoltare, ci sarebbe probabilmente un clima ben diverso da quello che si respira… Ciao

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