“Frammenti di un monologo amoroso” di Giancarlo Buonofiglio

Per la Rubrica: quando il follower è uno scrittore, oggi vi parlerò di uno dei libri di Giancarlo, una persona gentile e sensibile. Uno scrittore che merita di essere letto.

TRAMA

PUNTO E A CAPO

Comincia così, con quella punteggiatura che blocca la continuità. La virgola ostacola, è una pausa, il vuoto, un’interruzione. Allontana i termini e sospende ciò che li teneva uniti. Le congiunzioni si diradano, le assenze frammentano il discorso; è il flusso del tempo che si contrae. I punti prendono il sopravvento, ed è un arresto radicale. Lo spazio si dilata e amplifica la distanza. Col punto finisce il periodo e si va appunto a capo. Tra un punto è l’altro c’è il silenzio della domanda. Il discorso amoroso rimane sospeso nelle parole, che volano via come foglie al vento.

RECENSIONE

Leggendo, pagina dopo pagina, mi è venuta in mente questa pubblicità:

Non sono impazzita, ma l’amore è anche questo. Frasi spezzate, ricerca di conferme, uso smisurato e indecente di nomignoli, per poi, alla fine andare fuori di testa, perchè l’altro, per l’appunto, non capisce un tubo. Maggiore è l’incomprensione, più grande diventa l’innamoramento perchè “Nessuno può mettere Babe in un angolo”. 

La relazione amorosa è costruita sulla parola che diventa discorso, di conseguenza, la mancanza dello stesso, per paradosso, fa scaturire un innamoramento. Perché dove c’è assenza, c’è desiderio. La parola d’amore è una parola che proprio tacendo diventa eccedente.

Questo crea disperazione, quasi come si trattasse di un lutto, per la paura di essere abbandonati, che tutto finisca, allora si innesca un meccanismo in cui, con la continua richiesta di conferme (giurami che mi ami) e le interpretazioni, spesso errate, delle parole scritte, o del tono della voce, delle espressioni facciali, o le “diverse forme del tacere”, la risposta (o la non risposta) può fare si che precipitiamo in un abisso o farci volare tra le nuvole..e più cresce l’assenza più ci innamoriamo.

E, di conseguenza, come scrive Giancarlo: “Ci innamoriamo delle persone sbagliate, di immagini alterate, di parole accennate, di verità taciute, di frasi volute, della menzogna e a volte di una carogna. Di ciò che è presente e assente, ci innamoriamo del nulla, del vuoto, del niente.

Ci innamoriamo di quello che non esiste ma che sussiste e resiste, di cose non viste, dalla mente, dalla bocca, dal cuore, ci innamoriamo di parole; di quello che vale e di quello che fa male. Cerchiamo risposte a domande mal poste. Ci innamoriamo di ciò che è diverso e lontano, di una domanda che immaginiamo, desiderata e insensata, di una chiamata. Ci innamoriamo di chi è diverso, che sfugge, che è perso, che dura magari un giorno, un battito di ciglia, di chi non ci assomiglia. Ci innamoriamo di chi ci ferisce e non si capisce. Di chi è crudele e infedele, di chi non ci vuole bene. Ma ci innamoriamo sempre e comunque di ciò che mente o è assente, perché è nell’ assenza che troviamo risposta a quello che siamo, a quello che vogliamo. In un desiderio riflesso che diventa bisogno di se stesso; in quel posto strano dove è possibile dire ti amo. Dove l’Io si guarda nell’altro in un differire che è come morire; ci andiamo per non scomparire o svanire. E ci spostiamo in quell’ impossibile luogo, che è come una voce che chiama lontana; dove l’Io è denso e ha finalmente un senso. Ci andiamo perché solo là è possibile cercare, sperare, respirare, vivere, afferrare quello che sparisce e rapisce; come davanti a uno specchio per guardarsi nel tempo e non vedersi mai vecchio. In quel posto sbagliato dove puoi essere amato. Ci incontriamo nell’ essere altrove dove l’Io muore, innamorandoci in un disperato presente fatto di mancanza, di nulla, di niente.

E allora posso anche odiarti, ma non posso fare a meno di amarti. Perché senza di te mi sento svuotato, perduto, annullato. Ci torno perciò spesso per incontrarti lo stesso. Ed ora sto là dove mi hai tenuto e temuto distante per guardarti un istante. Sepolto tradito stravolto. Dove però esisto e dove ti ho visto: là dove posso guardarmi senza voltarmi”.

L’amore è desiderio di mani che toccano e braccia che abbracciano, un prendersi cura dell’altro e, di conseguenza, di noi stessi.

L’amore capita, non puoi descriverlo, ci fa piangere e sorridere, ci dà un senso e ce lo toglie, ci fa trattenere il fiato e poi liberare un lungo faticoso respiro.

L’ amore è desiderio, che non è godimento inteso come soddisfazione urgente.

L’ amore è diventare pazzi per l’incostanza di quell’uomo tenebroso ma, a volte, gentile che è ” brutto e stronzo” ma piace.

L’amore è un sorriso che riempie il vuoto lasciato dalle parole.

L’amore è un bacio che “graffia, morde e qualche volta promette”.

L’amore è parlarsi “mi chiese di farla godere con la bocca. Le dissi che l’amavo”.

L’amore non urla, bisbiglia.

L’amore è nel non scritto, negli spazi vuoti, nei puntini di sospensione.

L’amore rende grande ogni cosa, non è mai abbastanza. Il tempo è tutto dedicato all’amato. A chi non ci piace diciamo infatti, per allontanarlo, “non ho tempo” .

L’amore non ha un nome, “non avevo bisogno del nome e del volto. Stava là e mi sorrideva. E tanto mi bastava”.

L’amore è sentire. Finché ti sento io ci sono.

L’amore è sacrificio (Fedro), è intelligenza nella scelta (Pausania), è perfezione (Aristofane), è desiderio (Socrate), è mancanza, è agalma, è ideale.

L’amore è credibilità, è nelle parole “che graffiano magari ma che comunque lasciano un segno “.

L’ Amore è frenesia, ricerca continua di conferme, di stabilità, di adrenalina.

Ma l’amore è veramente tutto/solo questo? Quanti scrittori ne hanno scritto, quanti film abbiamo visto, quante canzoni abbiamo ascoltato e quante sensazioni, emozioni, abbiamo provato sulla nostra pelle? Ci innamoriamo anche per gioco, per noia, nascondendoci dietro ad un computer per salvare la morale, far tacere i sensi di colpa e per non scalfire l’immaginazione.

Amare… Amore… Ognuno di noi dà un senso suo a questo termine, nessuno è escluso a priori,  perché, che lo si voglia o no, siamo predisposti ad innamorarci e, nello stesso tempo, abbiamo bisogno di essere amati.

Forse alcune considerazioni le troverete scontate , ma rendersi conto della necessità di mettere un puntino sulla i, o un punto definitivo, non credo sia mai abbastanza. Perché si può amare  una persona da poco o da sempre, ma non è detto che sia per sempre. Ed è con questo che, alla fine, si fà i conti.

Il libro è suddiviso in piccoli paragrafi, in cui  vengono citati i pensieri di Barthes, Bachtin, Freud, Lancan, Spinoza, Deleuze, Saussure, Artaud e ringrazio Giancarlo e Wikipedia per avermi aiutato nella loro comprensione. Io di questi ne ho estrapolati veramente pochi. C’è molto altro da leggere, capire, fare proprio. Ognuno a modo suo. Leggerlo equivale a prendersi cura di sé, una coccola. E’ mettere ordine nei propri pensieri, nelle nostre mancanze, nei desideri, in quell’amore che, forse amore non è, ma ossessione, malattia.

Consigliato a chi ha tante domande ed è alla ricerca anche solo di una risposta. Qui la troverà. Anzi, la riconoscerà.

In vendita su Amazon in formato Kindle e Ebook a 1,99 euro e in copertina flessibile a 9,39 euro.

71 pensieri riguardo ““Frammenti di un monologo amoroso” di Giancarlo Buonofiglio

  1. Bella e dettagliata la tua recensione. Mi piace come scrivi e come presenti il libro. Mi piace il tuo modo di incuriosire e lo compro per tutti questi motivi. Spero di riconoscere la mia risposta anche io. Grazie cuoreruotante☺

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  2. Io non so che dire, se non che la recensione è più bella del libro stesso. Immagino ti abbia fatto sudare, Cuore, però davvero (al di là del soggetto -me medesimo-) hai scritto cose che meritano di essere lette e condivise. E’ una cosa che non ho, la sensibilità di una donna (profonda e acuta) che sente come non sono capace e descrive con partecipazione il sentimento. Naturalmente (va detto, perché non è da oggi che seguo il tuo blog) col talento di chi padroneggia la parola. Dovresti metterti a produrre un tuo libro sull’amore, a te verrebbe benissimo. E’ molto, molto bello quello che ho letto. Ma così tanto che lo ricondivido, qua e altrove. (Per la pubblicità sai che è strano? Anche a me era venuto in mente quella). Un bacio, anzi due e che lo dico a fare: grazie.

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  3. L’ha ribloggato su Giancarlo Buonofiglioe ha commentato:
    Io non so che dire. La recensione di Cuore al mio libro è più bella del libro stesso. Ha centrato la questione e ci ha lavorato sopra come solo lei sa fare: con ironia e sintesi. Ma soprattutto con empatia. Una cosa che mi manca: se rinasco, ho sempre detto, che voglio rinascere donna. Ma no, voglio rinascere proprio Cuore. Grazie

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        1. penso anche io, la sensibilità viene scambiata per debolezza e la fragilità per mancanza di carattere. Ma una cosa l’ho imparata: più la corazza è dura più è fiacco chi la indossa. Poi i cretini sono dappertutto e allora diventa un problema

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        2. Oggi sembra che certe risposte le possa dare solo la psicoanalisi. E non è così. Per questo ho spostato il discorso da Lacan a Spinoza o anche Barthes che si concentrava piuttosto sulla lingua. Se vai alle fonti: Platone, Spinoza, Ficino, Deleuze Barthes ti accorgi che la psicoanalisi è una scienza improbabile per capire l’amore

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        3. ma sai la filosofia sembra una cosa da cervelloni e non lo è. Cose contorte e tanta fatica per comprenderle. La psicoanalisi insiste sull’Io soggetto più che oggetto e il discorso si limita tra Io-mamma-papà. Come se la storia, la dialettica, la società, l’economia non influissero nella vita profonda. A me viene da battere i piedi. Bah e pure boh. A dopo, torno in serata 🙂

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  4. L’amore è contagioso, non esistono antibiotici o globuli bianchi che possano fermarlo. L’amore lo hai descritto in tante forme e il complimento più grande che mi sento di farti è che mi hai fatto innamorare di questo libro.
    Giancarlo lo merita.

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        1. Nessun problema, sono un logorroico grafomane e tracimo come un torrente in piena in un alveo cementificato anche nel box dei commenti. Vale anche in verso “contrario”, nella lettura.

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  5. L’amore è quella cosa che ti prende, ti cattura, quando non la cerchi, quando neppure te l’aspetti, non lo puoi pianificare, non lo puoi trattenere, scoppia, arriva e ti cambia la vita.
    Cuore, hai scritto una recensione tale, che… come si fà a non farsi venire voglia di leggerlo?? Ma è davvero solo in formato elettronico? Devo andare a curiosare, mi piacerebbe molto metterlo nella mia libreria dopo averlo accuratamente letto, capito, consigliato e approvato. Perchè da quanto leggo nel tuo articolo non si può far a meno di approvarlo in tutto e per tutto.

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  6. Che recensione!!! Da applauso,sei grande cuore…un fiume in piena che non riuscivo a vedere la fermata tanto la tuo corsa era una vera ondata di bravura.
    Penso che ormai ho letto tutto :)) in più…il mio amore . il solo di una vita insieme di 50 anni…tanto sudato in gioventù,che penso di aver colmato ogni dubbio.
    Bravi tutti,bei commenti,complimenti a Giancarlo Buonofiglio,dopo la tua recensione.. il successo e assicurato.
    Ti abbraccio tantissimo cuore. ..con affetto.
    Caterina

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  7. Un libro che sto scrivendo, parla appunto di amore fra un disabile e una tirocinante, ma non posso usare i nomi originali e questo mi guasta moltissimo secondo me… ma le ragioni sono valide. Cmq mi è piaciuta la tua recensione, molto profonda e molto piena di significato. Bravissima.

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